Passeggiata sotto la pioggia.

Quel pomeriggio pioveva a dirotto. Uno di quei temporali che nostalgicamente ricordava a Jodi della sua amata Londra. Il cielo grigio come una cortina di fumo, l'acqua che si scontrava con la sua testa come bacili, la gente che correva per le strade e s'infilava nei pertugi con un minimo di riparo dall'acqua...
Jodi aveva sempre amato la pioggia, per lei aveva un significato simbolico di rinascita e di cambiamento.
Si fermò sopra una pozzanghera d'acqua, i suoi anfibi di pelle nera che affondavano per circa un centimetro... abbassò l'ombrello nero e lasciò che l'acqua lavasse via i suoi cattivi pensieri. Con i capelli zuppi e gli abiti che sembravano zavorra, Jodi rimase lì sotto l'acqua, bagnandosi fino al midollo... ma era felice in quel momento.
Strinse fra le dita la Chiave di Horus che portava al collo, un portafortuna regalatole dalla sua nonna egiziana e sorrise, quando si accorse delle occhiate scioccate della gente.

Chissà a cosa staranno pensando... probabilmente a che diavolo sto facendo sotto la pioggia come un'idiota...

Il suo sorriso si allargò ancora di più.

Jodi, per essere ancora più anticonformista, si mise a camminare per il viale, ma solo dopo aver chiuso il suo ombrello nero ed esserselo messo sotto il braccio. Passò affiancò ad una pattumiera ed, in un ulteriore impeto di ribellione, vi gettò dentro l'ombrello.
Passando di fronte alla vetrina di un bar, Jodi si avvide di un folto gruppetto di ragazzini delle medie che la fissavano allibiti... la ragazza sorrise bieca e fece loro l'occhiolino. Non era la prima volta che si trovava sotto i riflettori... era sempre successo che la trattassero come un'aliena a causa del suo essere una metallara gotica.
Svoltò l'angolo per imboccare la via che l'avrebbe portata al negozio di strumenti musicali... e fu allora che il suo occhio catturò un lampo di colore.
Una testarossa fiammeggiante... unico elemento non grigio e smorto in quel pomeriggio piovoso. Giusto prima di scontrarsi frontalmente contro di lui...

Jodi si massaggiò il naso che aveva sbattuto contro il torace forte della testarossa.

No no... sto bene, non mi sono fatta niente. Non avevo sentito avvicinarsi nessuno...

Sussurrò timidamente Jodi, poi sollevò lo sguardo e lo fissò negli occhi verdi del ragazzo.

Accidenti che begli occhi!! Mai visto un verde del genere!

Jodi inclinò la testa da un lato, le ciocche corvine zuppe che lasciavano rivoli sulla pelle esposta delle spalle.

Tu? Tutto okay?

La ragazza si mise a ridere dolcemente. E molto timidamente.

Da dove vengo io, una volta che due persone si scontrano, sono tenute a presentarsi... piacere, mi chiamo Jodi Marie Quinn, solo Jodi.

Jodi tese la mano sentendo la sua faccia che diventava del colore dei capelli della testarossa... gran spettacolo, grazie alla sua carnagione cadaverica e agli abiti di pelle nera che portava!

Maledizione a me alla mia timidezza!!

Piacere Aka...

Rispose al sorriso della testarossa... pure quello era particolare.

C'è qualcosa di strano in questo ragazzo...

Poi guardandolo meglio, Jodi si rese conto di una cosa... Aka veniva a scuola con lei. Le era già capitato di vederlo mentre tentava di rilassarsi nel giardino mentre ascoltava il suo MP3 o provava qualche accordo di basso...

Per caso... ci siamo già visti a scuola? Non sei nella sezione affianco alla mia? Sì... non abbiamo mai avuto occasione di parlare...

Poi notò un'altra cosa...

Piove... niente ombrello... non ti da fastidio l'acqua?

Jodi era strana, ma vedere fare le stesse cose che faceva lei da altre persone, la rendeva perplessa...

Jodi lo fissò scioccata...

M-Mezzo... elfo? Crei campi d'energia? Quindi non senti l'acqua?

Jodi lo guardò a lungo attraverso le ciocche bagnate, poi non riuscì a trattenersi... scoppiò a ridere in modo sguaiato, dimentica della sua timidezza.

Scusami, ma se questo è un modo per farmi cascare ai tuoi piedi, con me non funziona!

Si scostò i capelli dalla fronte e continuando a sorridere, aggiunse:

Sono spiacente...vengo da Londra, sono una metal gotica, sono atea e sono scettica. Se non credo nell'esistenza di Dio, figuriamoci negli elfi! Magari qui è un vostro modo di fare, ma in Inghilterra no... noi non andiamo in giro a spifferare i nostri geni!

Jodi scosse piano la testa e riprese:

Lascia che ti offra almeno qualcosa... per chiederti scusa di esserti venuta addosso, almeno. Così, non rischi di prendere freddo... Elfo.

E sorrise di nuovo.

Jodi era sotto shock.

Sei... un elfo!

Gli occhi grigio blu di Jodi erano spalancati, enormi come palline da ping pong...
sollevò una mano ed afferrò la mano di Aka, alla ricerca di qualche dispositivo che permetteva di creare fuoco dal nulla. Appunto, nulla. Alzò lo sguardo verso l'alto. Effettivamente le gocce d'acqua s'infrangevano contro una resistenza trasparente sopra le loro teste.
Jodi guardò di nuovo Aka...

Sei... vero... per il santo corpo di Ronnie James Dio, sei un vero elfo!

Jodi continuò a guardarlo, mentre Aka la guidava verso la più vicina caffetteria.

Jodi non riusciva a riprendersi dallo shock, stentava a crederci. Ma più che dubitare della propria sanità mentale, di per sè già messa a dura prova, decise di lascir correre.
Guidò Aka verso il più vicino bar caffetteria, al riparo dalla pioggia e, quando la cameriera chiese loro come poteva aiutarli, rispose che voleva un tavolo.

Ecco il menù. Passerò fra qualche minuto.

Jodi lo passò ad Aka senza neppure guardare.

So già cosa prendere... una bella tazza di cioccolata calda al peperincino. Questo posto è famoso per le sue cioccolate speciali...

Poi sorrise con timidezza.

Scusa per prima Aka. Sia per averti travolto che per la mia reazione nel sapere che sei...

Jodi si avvicinò verso di lui dall'altra parte del tavolo e riprese a voce bassa:

...beh, che sei un elfo.

Poi rialzando la voce:

Non credevo che esistessero... anche se sono ancora scettica riguardo ad altre cose. L'esistenza di una, non prova l'esistenza di un'altra...